AUTONOMIA DIFFERENZIATA: QUALE SCENARIO?
ROBERTO FICO A VARESE - INCONTRO PUBBLICO DI RILIEVO
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ROBERTO FICO A VARESE - INCONTRO PUBBLICO DI RILIEVO
A seguito dell'articolo apparso su La Prealpina riguardante il Gruppo Varese, abbiamo effettuato un'attenta verifica della situazione. Purtroppo, dobbiamo constatare che sia il passaggio sul ponte ferroviario (come chiaramente evidenziato in foto) che il piazzale con una voragine che occupa la metà della carreggiata, rappresentano una situazione assolutamente inaccettabile. È semplicemente impossibile per qualsiasi autoveicolo evitare l'ostacolo.
Il punto culminante dell'assurdità si raggiunge quando, durante i lavori di asfaltatura della adiacente rotonda , si è chiesto di coprire il buco a 3 metri di disntanza con un semplice strato di bitume, come si può chiaramente vedere nella foto allegata non è stato fatto.
Inoltre, la condizione del ponte, con le sue strutture arrugginite, e la minaccia costante di muffe rappresentano un pericolo evidente.
Questi due elementi dovrebbero essere sufficienti a convincere chi di competenza a intervenire prontamente per ripristinare la situazione.
Non possiamo continuare a subire queste negligenze e a mettere a rischio la sicurezza pubblica. Chiediamo che vengano adottate misure immediate per risolvere questa situazione insostenibile.
Rivolgiamo la nostra preoccupazione per residenti della piazza per la questione della sicurezza durante le ore notturne. Secondo quanto riferito da loro stessi, si verificano frequenti episodi di giovani che si radunano, bevono, e chiaramente, questo è solo la punta dell'iceberg. Abbiamo anche notato la presenza di siringhe nei pressi del ponte, il che è inaccettabile.
Chiediamo che venga adottato un intervento regolare per monitorare questa situazione e dissuadere la presenza di individui che mettono a repentaglio la sicurezza della comunità locale. Non possiamo più tollerare questa situazione. Esortiamo le autorità competenti a prendere provvedimenti immediati per affrontare questo problema e garantire la sicurezza di tutti i cittadini. La situazione attuale è insostenibile e richiede azioni decisive.
Oggi insieme al gruppo #M5SVarese la presenza speciale dell'Europarlamentare Maria Angela Danzì.
Il gruppo #M5SVarese supporta la raccolta firme per il salario minimo legale. Una misura di dignità per la quale il Movimento 5 Stelle si batte da 10 anni.
Nei mesi scorsi si è riusciti a convincere anche le altre forze di opposizione della sua necessità e urgenza, e insieme il M5S ha presentato una proposta di legge alla Camera a prima firma del presidente Giuseppe Conte.
La maggioranza, apertamente contraria al salario minimo, ha bloccato la discussione della pdl in Parlamento e venerdì 11/08 la presidente del Consiglio Meloni ha convocato il M5S e le altre forze di opposizione a Palazzo Chigi. Un confronto assolutamente inconcludente, che si è chiuso senza fare alcun passo avanti. Meloni ci ha informati dell’intenzione di coinvolgere il Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si è pubblicamente espresso contro questo provvedimento. A conti fatti, dunque, un modo per buttare la palla in tribuna.
Ecco perché abbiamo deciso di lanciare una raccolta firme a sostegno della nostra proposta, che – a differenza delle fake news raccontate da alcuni esponenti di Governo – se approvata rafforzerebbe la contrattazione collettiva e, secondo l’Istat, farebbe aumentare di 804 euro in media le retribuzioni di 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori.
I capisaldi della proposta sono 2:
1) Riconoscere al lavoratore di ogni settore economico un trattamento economico complessivo (che include anche il trattamento economico minimo) non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale in vigore nel settore in cui opera l’azienda;
2) Introdurre una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora: significa che se in un contratto collettivo il minimo tabellare è fissato a 11 euro lordi l’ora, questo resterà tale; laddove, invece, un contratto preveda una paga oraria di 6 o 7 euro, essa sarà alzata a 9 euro.
Il salario minimo legale esiste già in 22 Paesi europei su 27, dove ha contribuito a far aumentare gli stipendi di chi veniva pagato di meno. La nostra Costituzione, all’art. 36, parla chiaro: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Sostenere la petizione è semplice e veloce: basta collegarsi al sito e seguire le istruzioni. Facciamo sentire la nostra voce!
Il gruppo #M5SVarese non può misurare i termini quando il livello di accettazione tocca il fondo, quando la "vergogna" di questa casta politica, con tutti i suoi privilegi, si trasforma nel peggior nemico di un'intera popolazione che si vede negati i sacrosanti diritti sanciti dalla Costituzione» sulla questione del salario minimo.
Dopo aver sospeso a 160.000 famiglie indigenti l’aiuto del reddito di cittadinanza ora il governo si accanisce contro il salario minimo, un provvedimento riguardante milioni di lavoratori sottopagati che vivono una situazione di "sfruttamento e schiavitù " legalizzati da questa politica indifferente ai reali problemi dei cittadini, spesso sotto ricatto da parte di datori di lavoro senza scrupoli.
Recentemente abbiamo assistito, indignati, al ripristino dei vitalizi per gli ex parlamentari, a breve sarà presentata la riforma del fisco che di fatto premia e aiuta gli evasori fiscali in un Paese dove l’evasione si aggira sugli oltre 100 miliardi (praticamente circa 3 manovre finanziarie dello Stato italiano) mentre poi sul versante del lavoro viene rimbalzata la discussione sul salario minimo considerato un provvedimento inutile, se non addirittura "dannoso". Eppure anche l'Europa ci sollecita ad una maggiore attenzione su questo punto, ma per i nostri governanti non è un tema equiparato evidentemente all’importanza del ripristino dei vitalizi, affrontato e risolto senza il minimo indugio.
Le ingiustizie sociali ed economiche, i problemi del mondo del lavoro, la lotta alla povertà non rientrano nel programma di governo, questo è quanto si evince sia dalle realtà territoriali che da quella nazionale. A Varese e provincia le sacche di disuguaglianza salariale sono fin troppo evidenti, come quella riguardante il comparto della logistica legata alla Cargo City di Malpensa, evidenziata da varie sigle sindacali con scioperi e presidi all’interno dell’aerostazione e con vertenze sindacali in atto, che rileva salari al di sotto del minimo necessario per la sopravvivenza perfino in Lombardia, la regione che in passato ha rappresentato un punto di forza del Paese sul piano economico e lavorativo».
#M5SVarese dice basta alle promesse elettorali mai mantenute, ai proclami del governo nazionale e regionale , rappresentati dalle stesse forze politiche del centrodestra con i risultati ormai noti a tutti, noi lavoreremo all’interno delle istituzioni affinché i cittadini e i lavoratori vedano riconosciuti i loro diritti e rispettata la loro dignità, non quella riguardante solo una nicchia di settori sociali che garantiscono i consensi elettorali , allontanando dal partecipare al voto un numero sempre maggiore di elettori demotivati.
Non possiamo assistere impassibili alla scelta del governo di privare cittadini e interi nuclei familiari di un sostegno al reddito per loro essenziale nel far fronte all’acquisto di beni di prima necessità, proprio nel momento in cui il “carrello della spesa” diviene sempre più caro e in assenza di una volontà di intervento di risposta in tal senso da parte dell’esecutivo, che con una mano “taglia” misure di welfare mentre con l’altra garantisce impunità agli evasori fiscali e si dimostra incapace – o disinteressato – a garantirsi i fondi del Pnrr destinati a fini sociali.
Soprattutto non possiamo accettare che la comunicazione della sospensione del sostegno economico ai soggetti interessati sia avvenuta tramite l’invio di un SMS che, di fatto, non prospetta alcun tipo di misura alternativa, se non una ipotetica “presa in carico” da parte dei Servizi sociali, i cui organici sappiamo essere già insufficienti rispetto alle richieste e alle segnalazioni che giungono all’attenzione degli uffici comunali.
In provincia di Varese – come attesta il report pubblicato dall’Inps e relativo al mese di luglio 2023 – la platea di beneficiari del Reddito di cittadinanza conta 4.848 nuclei familiari (per un totale di 9.568 persone) che percepiscono in media 553,88 euro mensili.
Buona parte di questi soggetti perderanno il diritto al sussidio, pur trovandosi nelle condizioni atte a riceverlo sulla base di un principio fondamentale per cui lo Stato non lascia soli i cittadini che attraversano un momento di difficoltà dal punto di vista lavorativo e dunque economico, solo perché ritenuti “occupabili”.
Singolare sinonimo, questo, coniato dal governo per definire chi, suo malgrado, è disoccupato e alla ricerca di un lavoro che non arriva, non certo per una immotivata ritrosia o indolenza da parte della persona ma per l’assenza di concrete prospettive di lavoro, se per lavoro si intende un contratto che rispetti i requisiti di legalità retributiva.
Il taglio colpisce peraltro anche chi un’occupazione ce l’ha ma rientra nella dimensione del cosiddetto “lavoro povero”: mansioni spesso pesanti che prevedono però paghe insufficienti al mantenimento di una famiglia e che non consentono di fronteggiare spese abitative e di sussistenza.
Con un “colpo di spugna” si cancellano così le condizioni per vivere un’esistenza quantomeno dignitosa da parte di persone che attraversano un momento di difficoltà oggettiva, le quali hanno usufruito di uno strumento che ricalca analoghe misure diffuse negli altri Paesi europei e il cui perfezionamento doveva andare, se mai, nella direzione di un’ottimizzazione del sistema delle politiche attive del lavoro, che molte Regioni, in particolare quelle amministrate – come la Lombardia – dal centrodestra, non hanno attuato pur potendo usufruire di specifici fondi stanziati a suo tempo dal governo centrale.
Alla luce di tutto questo, non possiamo come MoVimento 5 Stelle non esprimere, anche a livello locale, la nostra profonda contrarietà rispetto a una scelta che, in un momento di oggettiva difficoltà, crea ulteriori disuguaglianze nel Paese e può sfociare in tensioni che ne minerebbero ancor più la stabilità e la tenuta sociale ed economica. Quando proprio questo strumento di supporto – come attestato dai dati Istat – nel periodo più duro dell’emergenza pandemica aveva contribuito a preservare un milione di italiani dalla povertà assoluta, condizione di certo lontana da chi senza alcuno scrupolo compie scelte che vanno a incidere sulla qualità di vita dei cittadini in stato di bisogno, ma in cui sempre più famiglie rischiano di precipitare, come dimostrano le file via via più lunghe, anche nelle nostre città, alle mense che offrono un pasto caldo e alle strutture che distribuiscono gratuitamente beni essenziali.
Cari cittadini di Varese,
Siamo lieti di annunciare l'inizio di una vera e propria rivoluzione organizzativa per la nostra amata comunità. Da settembre 2023, il MoVimento 5 Stelle darà il via alla formazione di Gruppi Territoriali nel comune di Varese, e siamo entusiasti di invitare tutti voi a diventare attivisti e a contribuire al miglioramento della nostra città di Varese.
Per partecipare e far sentire la vostra voce, il primo passo è l'iscrizione al portale del MoVimento 5 Stelle all'indirizzo https://www.movimento5stelle.eu/. Ma non basta: vogliamo che tutti coloro che risiedono a Varese Città si uniscano anche al nostro Gruppo Territoriale tramite il seguente link: https://portale.movimento5stelle.eu/gruppi-territoriali/adesione?area_group_id=731.
Caro Damiano,
Siamo addolorati per la tua perdita e, nel commemorare la tua vita, vorremmo ricordarti come il coraggioso fondatore di "Strade Pulite", colui che ha avviato un movimento significativo per la pulizia e la riqualificazione delle nostre comunità.