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Lago di Varese
Verrebbe la voglia di dire per il lago di Varese, questo sconosciuto, perché tutti ne parlano ma pochi sanno quale sia la vera malattia e i rimedi necessari e urgenti per la sua guarigione, per portare le sue acque e la vita all’antico splendore.
Politici e cittadini, tutti assieme, hanno creato una infinità di organismi, comitati, consorzi, associazioni e chi più ne ha più ne metta, per salvare il lago.
Un guazzabuglio che serve a creare confusione, che serve a perdere tempo prezioso, serve a bloccare e frenare ogni iniziativa utile mentre il lago agonizza tra le alghe, il fosforo totalmente preso in una tenaglia che non gli da respiro, non gli da ossigeno e lo sofoca piano piano, questo avviene da almeno cinquanta anni.
Analisi recenti, da parte degli organismi addetti alla tutela e al controllo del lago, non ne sono state fatte, non si conosce la concentrazione di ossigeno nei fondali, non sappiamo i valori di fosforo nelle acque superficiali e profonde, non sappiamo come evolve la situazione. L’indifferenza regna, il caos sta prendendo il sopravvento ma si organizzano eventi internazionali sulle acque del lago, un azzardo senza senso per non usare parole più severe.
Dalle colline il lago ci appare nella sua bellezza, se poi lo osserviamo prima del tramonto con lo sfondo le montagne innevate ci appare un gioiello incastonato tra le variopinte tonalità che, con la Primavera e le belle giornate, magicamente si riempie di forme e colori.
Ma il lago è solo bello se lo si osserva da lontano, guardandolo la mente si libra in mille pensieri e ci si vede nuotare in acque limpide e pulite, bimbi gioiosi che sguazzano felici con madri attente ma serene perché il lago è un caro amico, un compagno di giochi e di svaghi per allietare le giornate estive.
Ma io sto sognando ad occhi aperti, sognare è bello ma la realtà è un’altra, la realtà è purtroppo molto amara e triste nel caso del nostro lago. Camminando sulle rive ci si imbatte in cartelli vecchi, storti, appesantiti, arrugginiti e stanchi dagli anni perché da troppo tempo ci dicono, tra macchie di ruggine e colori sbiaditi, che c’è il divieto di balneazione. Non possiamo fare il bagno, rischiamo malattie alla pelle e se dovessimo per caso bere l’acqua i problemi potrebbero essere maggiori.
Ma anche la vita presente nel lago non è felice, solamente che non lo può dire, ma se ci avviciniamo alle sponde, se facciamo attenzione e ascoltiamo sentiremo un tenue lamento di dolore che esce dalle acque e si diffonde in ogni meandro, in ogni anfratto e riempie il nostro cuore di dolore di tristezza.
Ma che serve ascoltare, che serve guardare il lago morente, noi siamo vaccinati e indifferenti a tutto e a tutti, voltiamo la faccia dall’altra parte, alziamo le spalle e piano piano ci allontaniamo lasciando il lago al suo triste destino.
Roberto Cenci - GdL Ambiente M5S Varese